BENVENUTI NEL CIELO DELLA PREISTORIA

BENVENUTI NEL CIELO DELLA PREISTORIA

L’uomo "erectus" fu il primo ad osservare la volta celeste?
L’uomo "
sapiens
" si era già reso conto dell’importanza del Sole e della Luna, dei luminari del giorno e della notte?
La complessa macchina del cielo era un' "entità" impalpabile ma reale, una sorta di "Lanterna Magica" che attirava l’attenzione di tutti i popoli fin dai tempi più remoti.
Nonostante la "Scienza Astronomica" non fosse ancora nata, l’osservazione della volta celeste che presso alcune culture raggiunse dei livelli sorprendenti, veniva riprodotta al "suolo" in determinate situazioni tramite particolari strutture megalitiche oppure attraverso semplici - ma non meno significative - immagini istoriate sulla pietra.
L’interesse che le società pre-protostoriche coltivavano per l’astronomia "sferica" viene oggi testimoniato dalla moderna "Archeoastronomia", disciplina che studia le conoscenze astronomiche di questi popoli altrimenti detti "primitivi".

El-Giza - Le pietre del Faraone

La Grande Piramide, alta attualmente m 138,75 (originariamente m 146,60), si sviluppa su una base di m 230,37 per lato e risultano essere stati impiegati per la costruzione ben 2.300.000 blocchi di calcare il cui peso medio si aggira sulle 2,50 tonnellate.
Internamente la Grande Piramide si struttura su tre livelli diversi che sono raggiungibili da un solo ingresso posto, come di consueto, sul lato Nord ad un’altezza dal suolo di m 16,80. Questo passaggio, costituito da un lungo corridoio discendente, la cosiddetta "discenderia", largo appena m 1,05 e alto m 1,20 conduce a tre camere diverse.
La prima camera (m 8,20 x 14, alta 3,50), ovvero quella soterranea o inferiore, è scavata nella roccia e non è mai stata completata. Questo locale, che al momento della sua scoperta avvenuta nel 1838, aveva addirittura l’aspetto di una cava di pietre. Secondo recenti interpretazioni questa camera era forse dedicata a Sokar (La Casa di Sokar), una divinità dell’oltretomba.
Dopo una ventina di metri la discenderia si biforca dividendosi in un corridoio ascendente di 38 metri che porta, attraverso un passaggio orizzontale, alla camera centrale (m 5,20 x 5,60) con la volta a cuspide di m 6,20 di altezza.
Questo secondo locale, chiamato convenzionalmente "Camera della Regina", fu scoperto nel 1818 dal genovese Giovanni Battista Caviglia, e si pensa venisse adibito a serdab, ambiente frequentissimo anche nelle mastabe private, nel quale veniva collocata la statua del defunto.
Sulla Camera della Regina, che si trova posta sull’asse verticale della piramide, si trova la "Grande Galleria" strutturata a volta a mensola di m 8,48 di altezza. Quest’opera di mirabile ingegneria statica che raggiunge i 47 metri di lunghezza per una larghezza di appena m 2,30 termina in un anticamera realizzata in granito rosso e adibita ad ospitare tre saracinesche antintrusione anch’esse in granito.
Attraverso una piccola apertura (m 1,05 x 1,08) si raggiunge la camera superiore denominata "Camera del Re". Questo locale (m 5,20 x 10,30 per un’altezza di m 5,80), attualmente considerata la vera e propria camera sepolcrale, costruito in granito rosa di Assuan era sormontato da un elaborato insieme strutturato in cinque camere di scarico, verosimilmente edificato per alleggerire l’enorme massa gravante sulla camera reale.


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