BENVENUTI NEL CIELO DELLA PREISTORIA

BENVENUTI NEL CIELO DELLA PREISTORIA

L’uomo "erectus" fu il primo ad osservare la volta celeste?
L’uomo "
sapiens
" si era già reso conto dell’importanza del Sole e della Luna, dei luminari del giorno e della notte?
La complessa macchina del cielo era un' "entità" impalpabile ma reale, una sorta di "Lanterna Magica" che attirava l’attenzione di tutti i popoli fin dai tempi più remoti.
Nonostante la "Scienza Astronomica" non fosse ancora nata, l’osservazione della volta celeste che presso alcune culture raggiunse dei livelli sorprendenti, veniva riprodotta al "suolo" in determinate situazioni tramite particolari strutture megalitiche oppure attraverso semplici - ma non meno significative - immagini istoriate sulla pietra.
L’interesse che le società pre-protostoriche coltivavano per l’astronomia "sferica" viene oggi testimoniato dalla moderna "Archeoastronomia", disciplina che studia le conoscenze astronomiche di questi popoli altrimenti detti "primitivi".

Calendari paleolitici

Gli ossi decorati con tacche trasversali, segni interpretati da alcuni archeologi come dei "giochi aritmetici", non hanno avuto a tutt’oggi una chiara spiegazione.
Un ipotesi assai accreditata vedrebbe questi segni non come semplici decorazioni ma come particolari "tacche per conteggi". Secondo Alexander Marshack, un ricercatore associato del Peabody Museum dell’Università di Harvard, si tratterebbe delle prime testimonianze di registrazioni del mutamento dell’aspetto della Luna. Questa ipotesi, probabilmente la più verosimile, pone in evidenza un probabile conteggio dei giorni che compongono le lunazioni (mese sinodico), periodo che si prestava abbastanza bene a scandire le uscite per la caccia.
Tutto questo era con molta probabilità legato alla previsione dei pleniluni, momenti molto importanti per gli antichi cacciatori paleolitici che cercavano di sfruttare al massimo la luce dell’astro; infatti, il termine "Luna" è affine a Lùx, luce.


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