BENVENUTI NEL CIELO DELLA PREISTORIA

BENVENUTI NEL CIELO DELLA PREISTORIA

L’uomo "erectus" fu il primo ad osservare la volta celeste?
L’uomo "
sapiens
" si era già reso conto dell’importanza del Sole e della Luna, dei luminari del giorno e della notte?
La complessa macchina del cielo era un' "entità" impalpabile ma reale, una sorta di "Lanterna Magica" che attirava l’attenzione di tutti i popoli fin dai tempi più remoti.
Nonostante la "Scienza Astronomica" non fosse ancora nata, l’osservazione della volta celeste che presso alcune culture raggiunse dei livelli sorprendenti, veniva riprodotta al "suolo" in determinate situazioni tramite particolari strutture megalitiche oppure attraverso semplici - ma non meno significative - immagini istoriate sulla pietra.
L’interesse che le società pre-protostoriche coltivavano per l’astronomia "sferica" viene oggi testimoniato dalla moderna "Archeoastronomia", disciplina che studia le conoscenze astronomiche di questi popoli altrimenti detti "primitivi".

Stonehenge - Un'imponente circonferenza astronomica

Nelle campagne di Salisbury nell’Inghilterra meridionale, in un luogo anticamente chiamato Steun’hendj (pietre sospese), si trova il complesso megalitico più imponente ed enigmatico del mondo.
Questo sito, oggi riconosciuto come Stonehenge (circolo di pietre), fu edificato secondo il racconto di Geoffrey di Monmouth (XII Sec.) dal "Mago Merlino" che lo chiamò la Chorea Gigantum ossia la danza dei giganti. Noi sappiamo che la realizzazione di Stonehenge e le seguenti riconfigurazioni (dalla Fase I alla Fase IV) furono definite in un periodo assai ampio che abbraccia circa duemila anni. Iniziato nel neolitico secondario inglese -3100 a. C.- con la costruzione del fossato e delle scarpate, fu terminato con il prolungamento dell’Avenue verso la fine dell’età del Bronzo -1100 a. C.- (R. Atkinson).
Nonostante non vi sia una certezza assoluta sulla reale funzione di questo complesso megalitico, l’ipotesi corrente è propensa a considerare la struttura un tempio destinato ai culti agrari connessi con quello solare (E. Petrioli). La testimonianza di una simile attività cultuale pare ci venga fornita da un passo dello storico greco Diodoro Siculo (I Sec. a. C.): "Ecateo e altri autori raccontano che in faccia al paese dei Celti, si trova nell’Oceano un’isola grande come la Sicilia, abitata dagli Iperborei. Essi onorano Apollo più che in ogni altra parte del mondo. Gli è dedicato un sacro recinto e un magnifico tempio circolare sempre pieno di ricche offerte".


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